Calendario Liturgico
Festività di Santo Stefano
Appuntamento liturgico immancabile dei confratelli è il giorno di Santo Stefano che la Chiesa solennizza il 26 dicembre e che li vede riuniti per il sacrificio eucaristico celebrato dal Vescovo della Diocesi nella chiesa patronale. In quel clima gioioso, ancora pervaso dall’esultanza del Natale, i Confratelli colgono l’occasione per rendere omaggio ai soci più anziani. Durante la funzione religiosa, infatti, si svolge una semplice ma toccante cerimonia, con la quale il Priore pro-tempore ed il Vescovo consegnano una pergamena ricordo ai Confratelli che hanno compiuto cinquant’anni di appartenenza al Sodalizio. È commovente vedere con quanta devozione essi partecipino alla ricorrenza, testimoniando in maniera emblematica il loro viscerale attaccamento alla Confraternita, malgrado siano passati tanti anni dalla loro ammissione. Rappresentano certamente un esempio per i più giovani ed un sicuro punto di riferimento per tutti i Confratelli. Sempre in tale circostanza, ogni tre anni si insedia ufficialmente la nuova Amministrazione pro-tempore, precedentemente eletta dall’Assemblea.
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Il Mercoledì delle Ceneri
Il Mercoledì delle Ceneri segna l’inizio della Quaresima, tanto amata dai Confratelli e dai molfettesi per gli antichi e suggestivi riti legati ad Essa. A dispetto dell’incalzare della tecnologia, questi rimangono ancora vivi nel cuore e nella mente dei fedeli. A mezzanotte del Martedì Grasso, trentatré lenti e lugubri rintocchi di campana della Cattedrale caratterizzano la fine dei frizzi e dei lazzi carnevaleschi. Non appena la campana smette di risuonare, dal sagrato della chiesa del Purgatorio ha inizio una Processione detta “della Croce”, in quanto è aperta da una croce di legno e da due fanali, sorretti da Confratelli incappucciati appartenenti all’Arciconfraternita della Morte. Il mesto corteo attraversa lentamente le vie della città ed è composto prevalentemente da fedeli che recitano il Rosario intramezzato dal canto del Vexilla. Li precedono gli squilli di tromba del “ti-te”. Prima di terminare sulle scalinate del monumento commemorativo del Calvario, la Processione sosta brevemente nella chiesa patronale, dove nel frattempo è stato esposto alla contemplazione il primo mistero doloroso di Nostro Signore Gesù Cristo. Nel tardo pomeriggio, l’Arciconfraternita di S. Stefano officia il rito dell’imposizione delle Ceneri. Una consuetudine ormai perduta legata alla Quaresima, era l’esposizione a partire dal Mercoledì delle Ceneri, di una fantoccia vestita di nero, appesa penzoloni ad una fune e chiamata la Quaréndéne (Quarantana, cioè il periodo di quaranta giorni che va dalle Ceneri alla Domenica delle Palme). Al centro del corpo aveva una grossa arancia sulla quale erano state conficcate sette penne di gallina, tante quante le settimane della Quaresima. Secondo la fantasia popolare, questa fantoccia simboleggiava la B.V. Addolorata, l’arancia il suo cuore e le penne i sette dolori che lo trafissero. Ogni Venerdì di Quaresima alla fantoccia veniva tolta una penna e quando giungeva l’ultimo Venerdì (Santo), le popolane recitavano la Via Crucis ed altri salmi devozionali in onore della B.V. Addolorata.
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I Quattro Venerdì di Quaresima
Il periodo quaresimale è contraddistinto da una serie di funzioni religiose molto seguite, che costituiscono una sorta di preparazione spirituale alla Santa Pasqua. Durante i primi quattro Venerdì di Quaresima, l’Arciconfraternita espone alla venerazione dei fedeli, una alla volta, le sculture lignee dei primi quattro Misteri dolorosi. Dopo la celebrazione della Messa, la liturgia prevede un momento di raccoglimento e di meditazione intorno al Mistero esposto. Gli eventi salienti e drammatici della Passione di Cristo descritti nei Vangeli, rivivono così nel simulacro, dando quasi l’impressione di essere realmente presenti ai patimenti sofferti dal nostro Salvatore. In tale occasione, vengono eseguiti i canti facenti parte del cosiddetto “Sacro Oratorio che si pratica ne’ Venerdì di Quaresima in memoria de’ Santi Misteri della Passione di N.S.G.C. dall’Arciconfraternita di S. Stefano Protomartire dal Sacco Rosso di Molfetta”. Si tratta di versi composti sul finire del 1800 dal canonico Camillo Padata e musicati, nello stesso periodo, dal Confratello Giuseppe Peruzzi. Le sei brevi meditazioni ovvero l’invito di Gesù alla Sua Passione e la contemplazione dei cinque Misteri Dolorosi, sono preceduti da un canto posto a introduzione della pia riflessione e vengono chiuse con la preghiera “A Maria Addolorata ai piedi della Croce”. I canti, composti secondo lo stile tipico del melodramma, sono interpretati da confratelli cantori e da professionisti locali. La funzione prosegue con il canto del Vexilla regis prodeunt e si conclude con la benedizione impartita imponendo sui presenti la reliquia della Croce e intonando l’inno: “Salve o Croce”.
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Il Settenario dell’Addolorata
Ogni sera, dal venerdì precedente la Domenica di Passione al giovedì che precede la Domenica delle Palme, nella chiesa di S. Stefano si svolge il rito del “Settenario” in onore della Beata Vergine Addolorata. La liturgia è abbastanza simile a quella eseguita nei primi quattro venerdì di Quaresima. Alla celebrazione della Messa, fa seguito la contemplazione di ciascuno dei sette dolori, alternati dall’esecuzione di canti melodici, i cui testi di autori ignoti furono musicati nella seconda metà dell’Ottocento da musicisti molfettesi, quegli stessi che hanno composto buona parte del repertorio delle Marce funebri (Giuseppe Peruzzi, Vincenzo Valente, Saverio Calò e Sergio Panunzio). I brani sono interpretati da confratelli cantori e da professionisti locali. La liturgia ha termine con il Salve Regina e con la recitazione del “De Profundis”, in memoria dei Confratelli defunti. Una singolare consuetudine legata al rito del “Settenario”, è la cosiddetta “vestizione” della Madonna. Alla vigilia della Pia pratica, nella chiesa di S. Stefano chiusa al pubblico, avviene la sostituzione dell’abito che solitamente adorna la statua dell’Addolorata con uno di maggior pregio riservato per l’occasione. A tale atto devozionale attendono esclusivamente le amministratrici della Pia Unione Femminile e le mogli degli amministratori, in presenza di alcune consorelle che pregano e recitano il Rosario. È fatto divieto assoluto agli uomini di presenziarvi.
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Il Quinto Venerdì: L’Adorazione di Cristo Morto
La liturgia per la meditazione del Quinto Mistero Doloroso, si svolge secondo lo stesso schema previsto per i primi Quattro Venerdì di Quaresima, con esclusione della celebrazione della S. Messa. In un’atmosfera resa ancor più mesta dalla poche luci che illuminano la chiesa, si fanno d’attorno al simulacro, aspettando con dolcissima commozione il proprio turno per rivolgerGli un’ultima preghiera.
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La Domenica di Pasqua
A mezzanotte, l'allegro scampanio delle chiese conclude festosamente i riti della Settimana Santa e annunzia la Domenica di Resurrezione. Tutti i credenti acclamano la gloria di Cristo, "che per opera del Mistero pasquale, morendo ha distrutto la morte e risorgendo ci ha donato la vita". È terminata un'altra Settimana Santa! In occasione della S. Messa domenicale, i Confratelli si scambiano calorosi auguri di Buona Pasqua, ma il loro pensiero è già rivolto a quella dell'anno seguente, alle date salienti che scandiranno la Quaresima, alle eventuali modifiche da apportare al calendario delle funzioni, alla "Bussola" dei portatori... Tra le usanze tipicamente molfettesi che si osservano in questo fausto giorno, è importante menzionare quelle culinarie. Presso molte famiglie è d'obbligo mangiare «ù beneditte» (l'agnello in umido con piselli) e la «scarcèdde», un dolce di pasta frolla fatto in casa, ripieno di pasta di mandorle e marmellata. Il tutto è decorato con zucchero fondente, cioccolatini e minutissimi confettini policromi detti ènesine, a causa del caratteristico sapore di anice. Caratteristici sono anche i taralli a base di uova e farina, anch'essi ricoperti di zucchero fondente, comunemente detti "cémbrélle".
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Bibliografia:
D. ALTAMURA, Vexilla regis prodeunt, Molfetta 1983;
G. DE MARCO, Dalle Ceneri alla Settimana Santa, ed. Mezzina;
L.M. DE PALMA, Pietà confraternale e devozione alla Passione di Cristo, Odegistria II ( 1995) p. 143-172;
M. IANNONE-F. MEZZINA, Aria di Pasqua, Molfetta 1990;
O. PANUNZIO, Gesù schiavo d'Amore, Molfetta 2002;
O. PANUNZIO, Molfetta attraverso le costellazioni, Molfetta 1976;
Pregare in Santo Stefano, libro di preghiere a cura dell'Arciconfraternita di S. Stefano, ed. Mezzina, Molfetta 1995
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